Che poi è solamente il titolo di una canzone di Ben Harper.
Non ho intenzioni derelitte, cominciando con questo titolo che di derelitta ha tutta l'apparenza.
Non oggi, davvero.
E' capitata nelle casse del pc di casa perché ce l'ha portata il random, lo stesso che prima mi ha proposto i Green Day e dopo My sharona. Quindi non c'è dolo.
Però mi ha portato a staccare gli occhi e la concentrazione dalla finestra aperta sulle tabelle di classificazione della Dewey e a riflettere sul contesto che abito, da un po'.
Another lonely day.
Un altro giorno da sola.
Lavoro da casa, tutti i giorni, tutto il giorno. Da sola, ovviamente.
No, frenate gli sguardi commiserevoli, non ce n'è bisogno.
Lo so.
Che non è un bene non poter parlare con qualcuno, fare una pausa per un caffè, per una chiacchiera.
Che non è un bene preferire le pantofole alle scarpe.
Che non è un bene intercalare lavoro e lavatrici nello spazio di pochi metri.
Mi viene in mente un film fantasy in cui Jodie Foster è una scrittrice agorafobica che non esce mai di casa e a un certo punto viene catapultata su un'isola deserta all'avventura.
Ecco, magari.
Magari anche meno, per carità.
Ma sapete che c'è? Che nonostante tutto sto abbastanza in equilibrio. Mi aggrappo al filo del funambolo con tutta me stessa e scopro che riesco a non cadere, anzi di più: riesco a non oscillare nemmeno. Addominali d'acciaio e baricentro incrollabile.
Ho una routine un po' sgangherata che però alla fine funziona e che mi fa arrivare indenne alla fine di ogni giorno con la stanchezza dei giusti e nessuna nostalgia per quello che avrei potuto o voluto fare altrove.
Sì, ci sono dei trucchi.
Sapere che mi sono data l'obiettivo di arrivare fino a natale in questo stato, col nuovo anno, se non cambia nulla, lo farò cambiare io, in qualche modo.
Sapere che comunque, arrivati alle otto sera, esco di casa per andare in palestra, o in piscina, o al corso di giardinaggio, o di tedesco. L'avevo detto, fuori cinque sere su sette.
Sapere che ho una vita che nonostante tutto si palesa spesso divertente, comica, in compagnia.
Un ingranaggio ben oliato che fa andare anvanti l'orologio senza troppi errori di misura, o secondi saltati e accumulati.
Sono una persona che ama avere ben chiaro cosa c'è davanti a sé, altrimenti non si gode il paesaggio, atterrita com'è nel tentativo di decifrare la carta stradale per non sbagliare. Forse è masochismo, non so.
Ma ho accettato che, per ora, questo è ciò che ho e devo farmelo bastare.
Anzi no: devo riuscire a desiderarlo, ogni mattina, e a non sgretolarmi al primo senso di vertigine, là sul filo.
Zen, molto zen.
Un passo, un respiro per volta.