venerdì 29 agosto 2014

I(n)spirazioni

Periodo caotico, questo.
Sono tornata dalle vacanza calabro-sicule da 5 giorni e già mi sembra come se non fossi mai andata via dalla mia routine torinese fatta di pendolarismi, maniche lunghe, cene a due, telefilm.
E si aggiunge, sempre più insistentemente, quella luce nell'angolino dello schermo, luce che diventa via via più grande, mi dice 'eccomi, sto arrivando', manca un mese, 30 giorni, 29 - merda, ventinove giorni!
Milioni di briciole cui trovare un posto, pensieri come punte di spillo che rendono la mia testa un porcospino, scuoto i ricci e mi dico: non vedo l'ora. E subito dopo: manca troppo poco tempo.
Inspiro.
Vorrei trovare più spazi per scrivere, per leggervi, e più ci provo, più i giorni si ostinano a terminare in fretta nel sonno del dopocena, la routine a raccontarla mi sembra sciapa, senza guizzi, poco ispirata.

Inspiro e ispiro.
Dany mi ha fatto trovare un regalo del rientro:


Che se c'era una cosa che non mi aspettavo di essere, quella è 'ispiratrice'!
Quindi ecco, mi butto a pesce sul premio, di cui ringrazio moltissimo la suddetta blogger viaggiatrice (lei sì che ispira, con i suoi racconti di mondi vicini e lontani, così belli da far venire in un momento la voglia di fare le valigie e andare) e onoro le sue regole:

- ringraziare il/la blogger che ha generosamente dato il premio (fatto)
- elencare le regole e inserire l'immagine del premio (in progress)
- dire 7 cose che ti riguardano (ora, ora...)
- rimbalzare il premio ad altri 15 blogger (ehm, magari facciamo diversamente)
- inserire il logo del premio nel blog e seguire chi te lo ha dato (Dany già la seguo, il logo campeggia sulla mia mensolina dei premi!)

Ecco le sette ciarliere bizzarrie che mi riguardano:

Uno: mi sto per sposare (come se non lo sapeste...). Dopo dodici anni di fidanzamento, di cui cinque di convivenza, ho chiesto al consorte (in barba a tutte le tradizioni e a tutti i film americani) di convolare a laiche, laicissime nozze.

Due: ho una serie di manie ossessivo-compulsive del tipo: l'ordine dei piatti, dei bicchieri e delle tazze nello sgocciolatoio, la maniera di rifare il letto (con riga e compasso, dice il consorte), i passi necessari a salire una rampa di scale...

Tre: in una vita precedente volevo fare la filologa romanza. Ci ho provato eh, ma il mondo accademico non mi è piaciuto e io non sono piaciuta a lui, quindi la mia strada mi ha portato verso il lavoro di bibliotecaria (che adoro!)

Quattro: conosco a memoria il ventiseiesimo canto dell'Inferno di Dante (quello di Ulisse).

Cinque: Ho la patente (che sta pure per scadere!!), ma guido pochissimo, solo quando torno in patria in Calabria e neanche sempre... qui a Torino sono ecosostenibile: mi muovo in bici e/o con i mezzi pubblici. Ma un proposito del prossimo autunno è imparare a guidare qui, fra viali e controviali.

Sei: ho una famiglia bizzarra... i miei genitori e i miei zii si sono accoppiati a tre a tre: due sorelle e un fratello di una famiglia con due fratelli e una sorella di un'altra famiglia, quindi io e i miei cugini abbiamo tutti gli stessi nonni e, paradossalmente, i miei genitori sono quasi cognati. E' stato un trauma, per me e per tutti noi 'figli' loro, scoprire alle elementari che le altre famiglie non funzionavano così!

Sette: adoro svisceratamente Italo Calvino. Qualunque suo romanzo, racconto, articolo, saggio per me è oro colato. Nessuno come lui sa rispecchiare il mio modo di vedere il mondo e di approcciarmi a chi mi sta intorno. O forse, è proprio grazie a lui che ragiono e agisco in questo modo.

Ecco, ora dovrei nominare 15 blog: troppi e troppo pochi! Facciamo così: visto che praticamente tutti i blog che seguo sono per me 'ispiratori', consideratevi tutti premiati e, se volete, lasciate nei commenti un elenco di sette cose che non so di voi...

E bentornata a me...


venerdì 8 agosto 2014

Dieci ottime ragioni

Uno: il succo di pera
Il succo di pera - light - aperto, assaggiato con una smorfia di disappunto nell'accertare che ha un terribile, terribile sapore, è il solo superstite all'interno del frigo, visto che consapevolmente non facciamo la spesa da dieci giorni.

Due: il relatore e il diluvio
Che potrebbe benissimo essere il titolo di una puntata di Game of Thrones (tipo 'L'orso e la fanciulla') e invece è ciò che ha popolato i miei incubi durante l'ultima settimana: riincontrare il mio relatore di tesi ed essere trascinata via da un diluvio stile Noè (quest'ultimo, peraltro, drammaticamente vicino alla realtà di ieri sera)

Tre: gli operai delle fogne
Gli operai delle fogne, insieme a rari ed inquietanti esemplari di nerd non italiani con sandali e calzini, accomunati tutti da un indecoroso afrore di piedi al formaggio, sono stati gli unici altri abitanti del Politecnico di Milano (dove ho il mio ufficio) in questi primi giorni di agosto.

Quattro: le foto del mare
Tutti voi, che siete al mare, che sguazzate dal 2 di giugno, che fate foto all'alba, ma anche al tramonto, e perché no al pomeriggio, foto tutte indistintamente caratterizzate dalla presenza costante e sfacciata del mare jonico, tirrenico, adriatico, ligure, caraibico, oceanico.

Cinque: l'appuntamento
Lunedì alle dieci e mezza del mattino. Per la prima prova dell'abito da sposa.

Sei: le piccole donne
La più piccola, la caloabroumbra che fra pochi giorni compie dieci mesi e non la vedo - diomio - da marzo. E le due più grandi, le siculofemmine già abbronzate che mi faranno da damigelle e hanno un sacco di arretrati da raccontarmi.

Sette: la casa nuova
Dei miei ventotto anni e mezzo, diciassette li ho passati in una casa, i restanti sono stati costellati da ritorni in quella stessa dimora, almeno a natale e ad agosto, ma in verità ogni volta che è stato possibile. Quella casa non mi vedrà più, ce n'è un'altra, neoacquisto genitoriale, fresca di vernice ai muri e di mobili appena montati, con le sue travi a vista, il suo soppalco, il suo odore ancora sconosciuto.

Otto: la provola
Non c'è bisogno di altre spiegazioni.

Nove: lo stress metabolico
In farmacia ho ritirato gli esiti del biotricotest per i disturbi alimentari. Risultato: sono stressatissimissima (ma va'?), il mio corpo gna fa' più e pensa di essere sempre sveglio tipo delirio a Las Vegas, non mi riposo abbastanza e anche quando dormo in effetti non recupero. In più sono intossicata e devo eliminare: pomodori, patate, melanzane, peperon(cin)i e - respiro profondo - farina di frumento (leggi pane, pasta, pizza, biscotti). Per due mesi. Aiutatemi.

Dieci: il tempo
Tempo. Tempo per stare distesa a guardare le mosche ronzare e le cicale frinire. Tempo per leggere. Tempo per stare con i miei parenti e i miei amici.
Tempo per non lavorare.

Ecco.
Dieci ottime ragioni per cui, da adesso, sono in vacanza.
Tante care cose a tutti!


sabato 2 agosto 2014

Stagnante

Come di tuoni che susseguono ininterrotti da circa tre ore, un lampo ogni tanto, ma senz'acqua, senz'acqua ancora, come di questa luce si può dire.
Stagnante e senza peso.

Guardo questo sabato ed è agosto. La luce artificiale accesa alle 18 e 58. Bizzarro.
Mi beo nel lieve brivido che si sviluppa sul braccio glabro, seduta davanti alla finestra.

Stagnante.
Da piccola amavo i temporali estivi, mi stendevo sulla sdraio, davanti alla finestra aperta, con un lenzuolo a coprirmi fin sotto le ascelle e un librino in mano. Per rito, era sempre Romeo e Giulietta, la riduzione per bambini.

Ho tempo.
Incredibile.
Scivolo sulle ore lentamente, placidamente, risacco come le onde dell'alba o del tramonto, quelle senza sole e senza gente.
Me le godo.

Se si alza il vento vuol dire che qualcosa di turbinoso sta per venire giù.
Ma è l'attesa che adesso mi piace.
Attesa calma, stagnante.

Più tardi, domani, fra una settimana, fra un mese, tutto sarà frenetico e pieno, tutto andrà veloce, turbinerà e avrò bisogno di ombrelli e impermeabili.

Ma non ora.
Ora no.
E' vertigine sottile quella che mi obbliga a restare distesa sul letto, ancora altri cinque minuti.
E' epicureo, pigro, gattesco nullafare.

Il silenzio.
Picchietta, adesso, sul vetro.
L'attesa è finita.
Il mio sabato lento e leggero ancora no.

Resto.
Ferma.
Soddisfatta.
Quieta.
Stagnante.