sabato 26 luglio 2014

Buona idea, Cattiva idea #9


Buona idea: il venerdì, dopo il lavoro, trattenersi a Milano per un aperitivo piuttosto alcolico e godersi la sensazione alticcia dovuta a quattro prosecchi e un margarita.

Cattiva idea: il venerdì, dopo il lavoro, trattenersi a Milano per l'aperitivo organizzato dal capo, che si rivela molto alcolico, ed essere inopportunamente alticci a causa di quattro prosecchi e un margarita.

[Pessima idea: il capo è molto, molto più alticcio di voi.]



martedì 22 luglio 2014

Sono sette

Ti vengo a prendere a Termini, col motorino.
Intanto, mica facile salirci, scavalcando il bauletto, dall'alto del mio metro e cinquantotto.
Ma vabbè, caracollo, ci sei? Ci sono.

Sampietrini, sempre loro. Stravolti, sbreccati e slivellati. Sobbalzo.
Via Marsala, via Milazzo, viale dell'Università - ma quel ristorante da quando c'è? - la Sapienza - mo' c'è pure il parcheggio interno? - via De Lollis, il Verano che si spampina dopo il semaforo.
Sono le dieci e mezza di un venerdì sera qualunque e Roma non sa che la guardo con occhi sorridenti, accesa com'è nella sua afa, nei suoi turisti, nei rumori consueti e nuovi.
Come sempre, mi era mancata.

Metti poi un vino da finire.
Metti un letto da condividere.
Metti una prospettiva, grande quanto un borsone da 48 ore scarse.

Poche ore di sonno.
Tanta la voglia di rivederle, ci sono quasi tutte.

Sette, sono sette.

Con cinque condivido il dialetto e la destinazione delle vacanze di Natale e d'estate.
Con due i ricordi di aule universitarie e di aneddoti bislacchi, il punto di partenza di tre strade diverse.
Con quattro le mura di una casa da fuorisede, i primi passi da romana, la familiarità nel parlare pure della cacca.
Con due i banchi di scuola, la memoria quattordicenne, la tentazione di nasconderla, la certezza di riconoscersi sempre, vuoi o non vuoi, tali e quali.

Tre di loro hanno fidanzati o compagni, in quattro ne hanno avuti di importanti e hanno detto loro addio, quattro sono single e ce la fanno benissimo.
Due abitano da sole e hanno comprato casa, quattro la condividono con fratelli o sorelle, una convive e ha due cani. Una ha un gatto.
Tutte lavorano, incastrano impegni-persone-passatempi.

Queste femmine hanno la effe maiuscola.

Ho un velo posticcio attaccato a un cerchietto; trova posto anche lui, nel borsone risistemato per la ripartenza.
Fiumicino e già mi mancano, dannazione.

Ripenso che basta poco, basta niente e sembra quasi - quasi - come non essere mai andata via.
La verità è
che vorrei avervi più spesso, amiche mie.


domenica 13 luglio 2014

Cose belle #4

Sapere che il Circolo dei Lettori di Torino ha organizzato un picnic a tema Alice in Wonderland e scoprire di avere in casa tutto l'occorrente per andarci vestita da Stregatto.



lunedì 7 luglio 2014

Da sola

Mi chiedo, nel dormiveglia insofferente dei crampi allo stomaco, alle 4 del mattino: ce la farei, da sola?

Da sola, senza quel calore e quel respiro di fianco a me, senza le due tazze sulla tavola della colazione, senza l'archivio condiviso della musica e delle foto: ce la farei?

Mentre si approssima come il treno del celeberrimo primo film al cinematografo la scadenza in cui dirò sì, ecco sì, da oggi in avanti, ma anche ieri, facciamo i passi insieme, mi chiedo: ma senza scherzi, io, da sola, ce la farei?

Ce la farei ad accettare il silenzio della casa e la catena di altre cose con cui popolare una vita, un lavoro, un'esistenza nel mondo?

E riuscirei a non perdermi, a non inabissarmi nell'horror vacui, a bastare a me stessa, realizzata, singola identità, monade felice e soddisfatta?

Mi chiedo, non cadrei forse nell'apatia dei sentimenti, nella disillusione più bieca, nella nebbia di un'assenza di progetti condivisi?

O forse no? Forse avrei bisogno di tutto questo per dire: ecco, questa sono io, io da sola, valgo per me stessa e tanto basta, splendo, rifulgo, vivo, a prescindere da, nonostante.

Ci penso, rigirandomi e scontrando i miei piedi con i suoi, mi dico, d'istinto:
No.

Non ce la farei, da sola.
E' debole, questa femmina che parla?
E' incerta sulle piante dei suoi piedi?
Traballa?

Forse.
Si appoggia, non ad ogni passo, ma con la consapevolezza che il sostegno c'è.
Come le rotelle della bici che in realtà neanche lo toccano, l'asfalto.

Mi chiedo, mi domando, penso:
ce la farei, da sola?

No.

Ma servo, servo anch'io.
Sostegno uguale e contrario, per quel respiro - che ci respiro a fianco - per quel calore - che rinfresco e lenisco.
E questo equilibrio, questa bilancia degna di Minerva io, signori miei, non la cambierei con nulla al mondo.
Non per un'isola in cui vivo da sola, neppure per una corona da imperatrice dell'autostima e dell'autogestione.

Mi chiedo: ce la farei da sola?
Non ce la farei.
Non voglio farcela.


martedì 1 luglio 2014