sabato 31 ottobre 2015

Le cose che amo di Torino/Autunno

La sfacciataggine con cui la natura decide di fagocitare l'urbano, regalandomi colore e stupore.




venerdì 16 ottobre 2015

Come stai?

Come stai?
Come sto? Che domanda... Come sto... Dipende, ecco, dipende, oggi per dire 'no schifo, ieri 'no schifo un po' di meno, due giorni fa alla grande. Va così.

Come stai?
Sto in bilico, tanto per cambiare. Equilibri instabili, solita storia. Abituarcisi mai.
E' che forse c'ho il baricentro più alto, da un po', e tendo a caracollare più facilmente.

Come stai?
Bah... Che vuoi che ti dica. Da due mesi guardo dritto davanti a me, senza sbirciare i piedi, chi si ferma è perduto. O è caduto, peggio. Non è lecito cadere, non si può. Bisogna. Restare. In piedi. Pilastri. E sì, alla fine sono stata brava, alla fine mi sembra di aver resistito bene.
Ho fatto tutto da sola.
Che bambina grande.

Come stai?
Sì ma tu chi sei? Chi sei tu, che me lo stai chiedendo? No perché mi sa che sei solo una voce nella mia testa, sei solo un'eco della mia voce. Come sto? Tanto vale che me lo chieda direttamente da sola.
E' questo il problema. Chiederselo da soli. Darsi una risposta sufficiente, esaustiva. Capire cosa c'è che non va, rimpicciolire il problema fino a farlo scomparire, o forse solo fino a renderlo minimo abbastanza da nasconderlo dietro a qualche sinapsi. Razionalizzare e reagire. Razionalizzare e metabolizzare. Ti piacciono queste parole, eh? Passerà. Passerà tutto e tornerai come prima.

Come stai?
Che poi succede che qualcuno te lo chiede davvero, come stai? Ed è come essere un castello di carte in mezzo alle correnti d'aria. Succede che crolli e non te lo aspetti. Succede che crolli quando meno te lo aspetti. E basta un niente.
Non ero così, io non ero così. E allora come è possibile che adesso.. Davvero volete convincermi del fatto che non è indolore questo meccanismo? Che mostrarsi incrollabile ti rode dall'interno come le termiti? Che non posso dominare le mie reazioni emotive?

Come stai?
Magari starei meglio, se me l'avessero chiesto di più, come stai? Sono arrabbiata, arrabbiata col mondo. Magari starei meglio, sarei meno satura, più lucida, se non avessi dovuto fare tutto maledettamente da sola, se l'intuito degli altri fosse arrivato a capire che bastava chiedere, come stai? E magari ascoltare. Magari farmi parlare un po' di più.

Mi manca la sicurezza dei rapporti profondi.
Il poter dire: parliamo. Lo sfogo. La lentezza di farmi ascoltare. E mi manca anche il racconto degli altri, le confidenze. Che sono qui. Parlatemi. Sono qui.
Dov'è che sbaglio?
E' il tempo?
E' il mio carattere? Sembro spocchiosa? Sarcastica? Superiore? Cosa?
Fatemi capire.
E capitemi, maledizione.