giovedì 8 giugno 2017

I Vorrei e i Grazie per

Fra i molti blog che seguo, che siano a tema 'maternità' (da un po' di tempo a questa parte) oppure no, ce n'è uno che mi è particolarmente caro ed è piuttosto famoso: il blog di Claudia De Lillo, alias Elastigirl. Il suo ultimo post si intitola 'Vorrei terapeutici' e dipana con la sua consueta ironica malinconia la lista dei desideri ingoiati con i quali ha a che fare in quanto mamma di tre figli maschi, e lavoratrice instancabile, e donna sempre alle prese con una vita che è un frullatore. Fra i commenti che ha ricevuto questo post, uno recita, all'incirca, 'vanno bene i vorrei, ma se ci si concentrasse anche sui 'grazie per', forse si vivrebbe meglio'.

Ho pensato a me, alla mia vita attuale, a quanto è diversa da quella di uno, due anni fa e mi sono detta che ho moltissimi 'vorrei' da parte, e forse altrettanti 'grazie per' che meritano di farsi strada nella mia quotidianità.

Quindi ecco, l'argomento non è originale, ma l'esercizio è, come dice Elastigirl, terapeutico.

Vorrei dormire otto ore di seguito e svegliarmi di mia sponte, possibilmente riposata.
Vorrei il freddo, adesso, e il gusto di farmi abbracciare dalle mie due personali stufette.
Vorrei il mio corpo indietro, non solo e non tanto con cinque chili in meno, ma con le sue naturali, riconoscibili risposte agli stimoli esterni, che non includano fuoriuscite di latte e capelli che cadono e ormoni che ballano.
Vorrei tornare al lavoro, e questo succederà presto, ma vorrei farlo senza lo spauracchio di un contesto che mi accoglierà con più problemi che altro.
Vorrei non temere la mancanza del pargolo, quando tornerò a lavoro.
Vorrei non desiderare almeno una volta ogni giorno di essere altrove.
Vorrei stare meno tempo da sola.
Vorrei la mia famiglia più vicina, per poter stare insieme a tutti e a ciascuno senza tempi stabiliti da partenze e arrivi e, quindi, senza dover concentrare tutto in poche ore, o giorni, per poi stare mesi senza.
Vorrei avere più soldi, per non dover pensare con preoccupazione a come far quadrare il bilancio familiare.
Vorrei guardare mio figlio sempre con entusiasmo e stupore, mai con noia o insofferenza.
Vorrei sapere più cose della vita dei miei amici e sentirmi indispensabile.

Ma grazie.
Grazie per la mia salute, perché sto bene, fatti salvi gli acciacchi.
Grazie per la fortuna che abbiamo avuto: desiderare un figlio e averlo dopo poco, senza difficoltà.
Grazie perché è sano come un pesce, ed è bellissimo.
Grazie per il consorte, perché pur attraversando la tormenta, in questi mesi, siamo sempre ancora noi e per la maggior parte del tempo solo noi, e ce la facciamo, siamo bravi.
Grazie perché c'è un lavoro che mi aspetta anche se ho un figlio, e di questi tempi non è affatto scontato.
Grazie per i sorrisi gratis, per le risate sottovoce alle dieci di sera, per gli abbracci quando li chiedo e anche quando non li chiedo.
Grazie per le persone che abbiamo intorno, per i legami che ci stringono insieme, per la facilità di ritrovarci nonostante le difficoltà di ognuno.
Grazie per la prospettiva sul futuro, che è spaventosa, ma anche stimolante, e porta con sé le tracce di vita nuova, comunque piena.
Grazie perché basta un attimo per ritrovare la mia famiglia, sempre la stessa, sempre imperfetta e accogliente, forse un po' invecchiata, ma comunque in grado di riadattarsi ai nuovi equilibri e ai nuovi arrivi, con l'amore negli occhi.

Grazie per tutti i miei vorrei, perché non mi accontento, perché mi servono i progetti e la visione sul domani per riconoscermi, anche un po' per lamentarmi, per riflettere e riflettermi, e per sapere dove trovarmi.

8 commenti:

  1. Eheh, anche io ho i miei vorrei, ma davvero... anche io ringrazio sempre senza mai dare nulla per scontato^^

    Moz-

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    1. io mi sono accorta di farlo troppo poco spesso, ahimè!

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  2. Come dicevo in una mia poesia: "quando desideri un sorriso devi già restituirlo". I Grazie ed i Vorrei sono legati e spesso interdipendenti, uno significa l'altro (come i tuoi vorrei sapere e grazie per il futuro), medesimi volti di una stessa medaglia, l'ideale è viaggiare in simbiosi, vivendo un costante work in progress che unisca tutto il nostro mondo, che non è solo il nostro. ;)

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    1. il fatto che non sia solo il nostro dà senso a tutto, mi sa!

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  3. Un bell'esercizio e un bel post. Sicuramente diventare genitori cambia tutto, ma credo che, soprattutto se arriva nel giusto momento delle nostre vite ma comunque a prescindere, valga sempre la pena e ci sia molto più da ringraziare che da rimpiangere.

    Ciao :)

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    1. è vero, senza dubbio. ed inoltre ti obbliga ad un confronto costante con i tuoi limiti, le tue capacità, la tua visione del mondo

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