sabato 6 settembre 2014

Lettera al pomodoro

Mio diletto,
come stai? Da tanto non ci vediamo, né sentiamo e il mio animo è straziato.
Mi manchi.
Lo so, è infantile, sdolcinato e perfino patetico dirlo, ma che posso fare: è così.
Immagino il tuo sapore croccante e acidulo spargersi sul mio palato, ti immagino lottare nell'impari lotta con la mozzarella (ti ricordi quella volta, a Capri?), ti vedo ancora cotto (innamorato!) scivolare giù per gli spaghetti, aggrappandoti solo ad una foglia di basilico.
E' troppo. Non ce la faccio.

Mi guardo intorno e sei dappertutto.
Nel panino al bar, nella conserva di mammà, nel ketchup - dio! nel ketchup!

E' un periodo difficile, sai? Sono debole, fragile.
Questo esilio mi costa tanta, troppa fatica.

Subisco gli attacchi incrociati di chi credevo mi volesse bene, almeno quanto gliene voglio io.
La melanzana, per dire, quella stronza.
L'ho vista pavoneggiarsi tronfia a mo' di caponatina mentre ero in vacanza a Palermo. Sfacciata.
E, alla faccia mia e della mia scarsa melanina, si è portata pure dietro a Torino i segni della grigliata. E la menta. E l'aceto balsamico.
Ma io niente, te lo giuro: impassibile. Una statua di sale.
Non si merita le mie attenzioni, se è tanto insensibile ai miei problemi.

Quell'altro poi, il peperone. Manco a dirlo, non mi degna neanche di un saluto. Come ogni anno si è rintanato a Carmagnola alla sagra in suo onore e niente: non mi ha neanche invitato. Ma forse è meglio così. Sì, forse i miei deboli nervi allora non avrebbero retto e sarei capitolata.

Una cosa invece, te la devo confessare, mio dolce, dolcissimo tesoro.
Alla fine l'ho fatto.
Sì, non mi rimproverare, te ne prego.
Ci hanno provato, il kamut e il farro, a tenermi lontana. La segale si è messa in mezzo di prepotenza.
Il riso, invece, si è messo a ridere. Lui lo sapeva che non ce l'avrei fatta.
Prima ha fatto lo stalker. Si è appostato sotto casa mia, con quella sua mollica invitante e quella crosta saporita; e ancora in spiaggia, travestito da tarallino alle olive. Poi è uscito allo scoperto, mi ha aggredita e non ho resistito al suo fascino. Ha sfoderato la sua arma segreta ed è arrivato così, con la sua veste migliore: morbida, lucida, dolce brioche. Ed ecco, l'ho fatto. L'ho fatto e l'ho rifatto, con la granita, col gelato, e ancora, e ancora, fino a sentirmi male.
No, non giudicarmi.
Ho provato a dimenticarlo uscendo di nascosto con due patatine, ma è stato peggio.
In fondo è colpa mia, è solo colpa mia: sapevo che anche loro mi avrebbero solo fatto stare male.

Tu sei il solo che può capirmi. Il tuo cuore (di bue) è gentile e la nostra relazione non teme le distanze.
So che mi aspetterai, come io sto aspettando te.
Sei maturo al punto giusto.
Io tornerò, tornerò presto.
E allora
sarà Passata.

Sempre tua
V.

[NdB: per un rapido aggiornamento, vedi qui al punto nove]


20 commenti:

  1. (mi sono documentata al punto 9 dell'altro post) Maronn', che tortura tesoro… Ti capisco perché anni fa anche a me successe una cosa simile. Reflusso gastroesofageo incontrollato, ho dovuto eliminare per un po' di tempo un sacco di cose, tra cui appunto, il pomodoro e un sacco di altra verdura che amo.
    Tieni duro, che due mesi passano!

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    1. Grazie per la solidarietà!! Fortuna che comincio a vedere la luce... Ti bacio!

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  2. Dovrei condividere la tua paturnia e invece mi hai fatto ridere lacrime! Bergonzoni, esci da questo corpo!

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    1. Bergonzoni è un maestro, il paragone mi lusinga assai!! :))

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  3. Quando leggo i tuoi post sto sempre in empatia... :(

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  4. Oh no... Ti auguro che la "passata" torni ad essere presente :D

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  5. Ti suggerisco di provare con le lasagne. Di solito fanno un gran pasticcio, ma - credimi! - ne vale la pena! ;-)

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  6. Ahaha, i tuoi post sono sempre originali e divertenti Vale :) Mi ha fatto molto ridere, seppure ovviamente immagino che eliminare tutti quei cibi non sia facile... speriamo "passi" presto! :)

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    1. Fammi anche un pat pat sulla spalla e sono soddisfatta.. :D

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  8. Ti sono vicina in questo momento di dolore :D

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