giovedì 22 aprile 2010

L'insostenibile leggerezza dell'essere

«Nel regno del Kitsch impera la dittatura del cuore.
I sentimenti suscitati dal Kitsch dvono essere, ovviamente, tali da poter essere condivisi da una grande quantità di persone. Per questo il Kitsch non può dipendere da un asituazione insolita, ma è collegato invece alle immagini fondamentali che le persone hanno inculcate nela memoria: la figlia ingrata, il padre abbandonato, i bambini che corrono sul prato, la patria tradita, il ricordo del primo amore.
Il Kitsch fa spuntare, una dietro l'altra, due lacrime di commozione. La prima lacrima dice: Come sono belli i bambini che corrono sul prato!
La seconda lacrima dice: Com'è bello essere commossi insieme a tutta l'umanità alla vista dei bambini che corrono sul prato!
È soltanto la seconda lacrima a fare del Kitsch il Kitsch. La fratellanza di tutti gli uomini della terra sarà possibile solo sulla base del Kitsch.


Nessuno lo sa meglio dei politici. Quando c'è in giro una macchina fotografica, si precipitano subito verso il bambino più vicino per sollevarlo in aria e baciarlo sulla guancia. Il Kitsch è l'ideale estetico di tutti gli uomini politici, di tutti i partiti e i movimenti politici».

Milan Kundera.

mercoledì 21 aprile 2010

Gente da 15/l'eccentrica che sferruzza

22° centigradi il 20 aprile sono anomali, a Torino anche di più. La protagonista suda copiosamente nella sua tuta di cotone felpato, visibilmente vecchiotta e usurata, e passa il tempo, di fermata in fermata, sferruzzando amabilmente quello che sembra un cappellino per bambole, bianco e nero, di lana grossa. Il gomitolo scompare in una busta di plastica furbamente agganciata allo schienale del sedile davanti, senza che il seduto si infastidisca. Io sto in piedi di fianco alla protagonista, con una mano mi reggo a fatica (il mezzo è di quelli vecchio modello), con l'altra, sempre a fatica, reggo il libro. Lei, senza smettere di sferruzzare, attacca bottone:
Lei: Ma secondo lei questa nuvola se ne è andata? [Riferendosi alla nube di cenere islandese]
Io: Mah... sembra di sì, per fortuna... stamattina hanno riaperto gli aeroporti..
Lei: Ma ce n'è un'altra !
Io: Ah sì?
Lei: Ma secondo lei venerdì volano gli aerei?
Io: Non saprei... stanno decidendo giorno per giorno...
Lei: Ma secondo lei volano?
Io: ...
Lei: Perché io devo partire.... Otto giorni alle Maurizio [!!]
Io: Ah... Beata lei!
Lei: Eh sì... Ma se non volano... Ma secondo lei volano?
Io: Ehm... non lo so...

Nel mentre si libera un posto, me lo accaparro, svicolando dalla conversazione. Pochi minuti dopo, la protagonista riprende il discorso interrotto con un altro utente Gtt:
Lei: Ma secondo lei questa nuvola?
Lui [che aveva assistito alla conversazione con me]: Signora, non lo so! Abbia pazienza!

E scende.

sabato 17 aprile 2010

Addio Arezzo, sorgente dalle acque

E vabbè, alla fine la prima metà del master è finita, e con essa anche le mie trasferte mensili ad Arezzo, che verranno sostituite nei prossimi tre mesi con la nuova location Montepulciana e chissà quali nuove mirabolanti aventure ci attendono (urca)...
In effetti un tantino mi dispiace, avevo cominciato ad affezionarmi al tizio scorbutico del bed and breakfast (quando la sua diplomazia era al top si produceva in frasi tipo: "ma che cazzo sto facendo, signora lei mi fa rincoglionire!") e al cuoco della mensa dei ferrovieri... In ogni caso, al top dei miei rimpianti dell'ultima settimana c'è di certo il non essere riuscita ad accertare se il tizio cliente del b&b che somigliava tanto a La Dava (cantante dei Vallanzaska [N. d. R.]) era davvero lui, visto che a parte un'unica volta a colazione, non l'ho più rivisto, arcisob, e hai voglia a far suonare il mio cell con Reggaemilia, non c'è stato verso...
Per il resto la settimana è stata abbastanza piacevole, molto stancante e direi soddisfacente: tenere in mano il Lucrezio di Aldo Manuzio datato 1515 mi ha dato qualche brividino, lo confesso.
Outing ulteriore: sto scrivendo per occupare un pò di tempo, in attesa di sapere se il consorte viaggiatore, alla stregua dei piccioni, ce la farà a raggiungere il nostro amato nido torinese, superando l'ostacolo nube di cenere vulcanica islandese (della serie: torno a casa venerdì così passiamo il weekend insieme)... speriamo bene va'...
Ah, e mi sono accorta di aver appena centrifuato la sua penna usb. Hn!
Concludo con una perla aretina, a simbolo di tutto ciò che di bislacco, culturalmente profondo e indimenticabile ho vissuto in questa ridente (e un pò agonizzante) cittade: i pizzaioli cinesi, ovvero "come mangiare con 3 euro e uscire soddisfatti di gusto e simpatia"



N. B.: una mia foto, insieme ad Anna e Stefania, campeggia sulla parete della pizzeria al taglio suddetta...

Valeria tour operator.

martedì 13 aprile 2010

Master(piece)

Della serie braccia rubate all'agricoltura e confluite nel nugolo degli iscritti a lettere:
"Ma tipografo con quante p si scrive?"
O_o...

giovedì 8 aprile 2010

Non aprite quella porta...

E dopo quattro mesi e mezzo, durante i quali l'unico modo per non venire derubati e/o condividere l'intimità col resto del pianerottolo è stato chiudersi dentro a doppia mandata, senza giovarsi dell'uso di una maniglia e soffrendo spifferi, antiesteticità e scarsissima sicurezza, finalmente è giunta la nuova e ipertrendy porta blindata!

mercoledì 7 aprile 2010

è primavera...

...aprite le finestre e assaporate a piene nari l'odore di patatine fritte proveniente dal piano di sotto...

venerdì 2 aprile 2010

...

"mi piace guardare la faccia nascosta del sole,
vedere che in fondo si muove,
dormire distesa su un letto di viole"
mi disse "e a te cosa piace?"
"mi piace sentire la forza di un'ala che si apre,
volare lontano, sentirmi rapace,
capace di dirti ti amo".

giovedì 1 aprile 2010

Gente da 15/i ragazzini di scuola media

[Premessa: per andare in Archivio, prendo il tram numero 15 alle due e qualche minuto, sotto casa, per 15 fermate (più o meno 25 minuti di percorso). Di solito leggo durante il tragitto, ma mai tanto profondamente da non accorgermi dei vari personaggi che salgono o scendono dal mezzo, talvolta degni di nota. Ho deciso, pertanto, di dedicare loro un post, ogni volta che diventano più interessanti del libro che ho sotto gli occhi].

Immagino che fossero appena usciti da scuola, con gli zaini e tutto. Uno dei due, per inciso, portava boxer a vista con fantasia a mucca pezzata bianca e nera, molto cool. Costui, lo chiamiamo il Perplesso. L'altro, più anonimo invero nel vestire, è lo Sveglio.

P: Ma tu l'hai capito il teorema di Pitagora?
S: Sì... beh, è facile..
P: Io non ho capito niente...
S: Cioè, se hai i cateti, ti trovi l'ipotenusa... cateto al quadrato più cateto al quadrato... poi fai la radice quadrata...
P: Ah... ma non è più facile fare il cateto alla quarta?
S: E no, sono diversi i cateti... già che tu le potenze non le hai mai capite... comunque immaginati tipo un quadrato [??], un lato è di 5 e uno di 6... fai 5 per 5...
P: ...25 e 6 per 6 36..
S: Eh, quindi viene 61...
P: Eh no: 121!
S: Ma che dici, 61!
P: Ah, già, è più non per...
S: E poi fai la radice
P: ...

DING, porte aperte, scendono.