Digito con l'ormai intimo amico tutore del polso, fido detentore delle mie speranze contro una tendinite che da due anni sembra decisa a non abbandonarmi... Il titolo rimato, di bonaventuresca memoria, esprime al meglio lo stato delle cose: ultimo sabato catanzarese, prima di un definitivo (almeno fino a natale) ritorno a Torino. E beh, quest'avventura poco seria mi ha visto per due mesi cimentarmi con eventi bislacchi e diversissimi fra loro: dice che dovevo solo catalogare cinquecentine, e invece mi sono ritrovata a filastroccheggiare di Pinocchio e degli amici suoi per un pubblico di età media 7 anni. Ok, il microfono aiuta a non far cadere la curva dell'attenzione, ma i fanciulli sono critici severissimi, disconoscono (e giustamente!) la retorica dei complimenti ad ogni costo e se si scocciano di starti a sentire, ti mandano allegramente a quel paese girandosi dall'altra parte. Dunque, la soddisfazione di sentire una platea di cinquanta marmocchi concludere in coro una strofa lasciata in sospeso per vedere l'effetto che fa è stata davvero impagabile...
E insomma, quest'ottobre in cui sono "piovuti libri" (come da locandina) si è rivelato più divertente del previsto e ora che è agli sgoccioli (è il caso di dirlo!), un pò di dispiacere c'è, nonostante la voglia di casa, casa mia, cose mie, ore nostre e pacchetto completo.
Il fatto è che mi piace lavorare, lo capisco ogni giorno di più, e voglio - devo - scongiurare l'ipotesi di passare troppo tempo chiusa in casa.
Agguerrita, agguerritissima, sono pronta a ripartire.
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